Documento Politico

DOCUMENTO POLITICO

Premessa
In questi ultimi anni, forse decenni, sono tante, tantissime le persone che non si sono più riconosciute negli schieramenti politici che la “sinistra” italiana ha offerto. Scoraggiamento, indifferenza e sfiducia i sentimenti che hanno animato “i non tesserati” in questi anni bui della politica italiana segnati dall'ingombrante presenza di Berlusconi. In questo periodo storico bisogna riprendere a trattare grandi temi, analizzare la società per proporre un modello di alternativa serio e robusto, che abbia l’obiettivo a lungo termine di abbattere lo stato di cose esistenti per ricrearne uno nuovo, diverso…migliore. I beni comuni come la salute del territorio dell'ambiente, le proprietà pubbliche, i servizi pubblici (trasporti, acqua, istruzione, etc.) costituiscono un patrimonio da difendere. Al contempo ci sono grandi nodi da sciogliere come la precarietà del lavoro, la disoccupazione cronica, le discriminazioni di sorta (sesso, razza, religione, cultura, etc.), la grande evasione fiscale e le speculazioni, l'assenza di una prospettiva di sviluppo compatibile con le varie esigenze. Giustizia sociale, mobilità sociale, diritti (la casa, lo studio, il lavoro, etc) sono parole che devono tornare immediatamente nel vocabolario politico e nella sua agenda. Il nostro impegno viaggia in questa direzione. Vanno ammessi una serie di errori metodologici e politici di una “politica delle istituzioni”, derivanti direttamente dalle tante malattie del panorama della sinistra italiana, dal berlusconismo, allo stalinismo, al bassolinismo,etc. che hanno avuto come unico obiettivo il potere e che si sono chiusi nelle loro stanze, aumentando di fatto la distanza dal popolo. Maggioranze, minoranze, correnti e mozioni devono essere lasciate fuori dalle assemblee di chi si propone di governare una città. Crediamo che oggi la politica dei tecnicismi abbia fallito, immobilizzando il sistema e facendo avvertire un forte ritardo a tutta la società . La “Politica”, invece, deve avere come strumento l'impegno quotidiano sul proprio territorio, tra la gente, con azioni concrete. In questo senso la nostra associazione Politica si propone di rompere i paradigmi della politica significa scardinare quel distacco tra eletti ed elettori; proporre progetti, iniziative e pretendere di decidere su ciò che riguarda la vita collettiva. Il che non vuol dire guardare con riserve o paura alle istituzioni. Tutt'altro! Queste sono degli strumenti a disposizione di tutta la cittadinanza e più la cittadinanza s'impegna nella società e meglio funzionano le istituzioni. Non abbiamo alcun timore nel cercare un dialogo con partiti, sindacati o amministrazioni, se ciò può significare un miglioramento della politica locale. Ma è importante comprendere anche che le elezioni non possono rappresentare un punto al quale arrivare a tutti i costi, bensì un banco di prova (anche se falsato da tutta una serie di criticità legate al contesto storico e territoriale) di un progetto costruito nel tempo. C’impegniamo nel nostro territorio con nuove proposte, capaci di determinare quelle che saranno le linee generali delle future amministrazioni comunali. Il centro della nostra attività è basato sul cogliere le istanze delle categorie, farne tesoro e renderle parte integrante delle nostre proposte e del nostro programma. È necessario mantenere legami con il tessuto sociale, dalle scuole, alle associazioni, ai lavoratori, e fare in modo che tutti vivano momenti di discussione inerenti alle problematiche locali. In questi anni, molteplici sono le associazioni che hanno dato il loro contributo alla vita sociale e alla politica della città. Molte di queste non si sentono rappresentate da nessun partito, ma allo stesso tempo, sono impegnate in attività volte al sociale. Abbiamo l’obbligo morale di contribuire con i nostri pensieri e con il nostro modo di fare, ad un grande progetto per il futuro di questa città.

Fare politica tra la gente: aggregazione e partecipazione

La parola “partecipazione” deve segnare una grande svolta nel prossimo periodo. L’interesse che un singolo prova verso la politica, l’informazione politica o la discussione non possono, però, piegarsi dentro a comportamenti puramente partecipativi. Non basterebbe, quindi, individuare semplicemente chi ha più interesse per le tematiche trattate dall'associazione come indicatore di partecipazione. Tuttavia vanno tenuti in conto perché possono indicare la maggiore o minore predisposizione verso la partecipazione. La nostra forza dev’essere quella di portare dalla nostra parte chi non lo era mai stato o chi fino al giorno prima pensava completamente ad altro. Partecipazione vuol dire cittadinanza attiva, impegno nel proprio territorio. La partecipazione non va “ricercata” ma creata. Per troppo tempo si è ricercata la partecipazione, ma non si è mai creato abbastanza per formarla. Far avvicinare le nuove generazioni, meno abituate per formazione all'impegno civile, non è la stessa cosa di renderli partecipi ad un progetto politico. Dobbiamo impegnarci nel ricercare nuove pratiche di partecipazione o recuperarne alcune cadute inspiegabilmente o colpevolmente in disuso. In questo senso la presenza di assemblee pubbliche, aperte a tutti dev’essere massiccia. Rendere partecipi deve significare, quindi, poter partecipare alle decisioni dell’organizzazione tutta. Ove non c’è programmazione e progettazione sarà più difficile avere partecipazione. In tal senso queste costituiscono, in una visione unitaria, un essenziale ed occorrente strumento. Dobbiamo essere in grado di far decidere nelle nostre assemblee pubbliche le linee generali della programmazione organizzativa; dobbiamo acquisire forza e competenze per presentare progetti validi, che vadano ad intaccare quotidianamente la vita dei cittadini, in modo di promuovere la partecipazione. Vogliamo imprimere un impatto “caldo”, avviando attività che porteranno realmente al confronto. Bisogna ritornare nelle piazze e tra la gente, perché le nostre attività dovranno avere progettualità futura, non fine a se stesse. È per questo che una delle attività principali dell'associazione sarà, a cadenza, l’allestimento di stand in piazza e nelle periferie, per rendere partecipi tutti delle nostra iniziative e per raccogliere le problematiche che hanno tutte le categorie. Anche le scuole devono essere un punto di riferimento per l’organizzazione. Per questo la sensibilizzazione che verrà fatta nelle piazze dev’essere anche portata tra la gente, rispettando l’autonomia delle organizzazioni già preposte a questo. Scendere in piazza comprende vari momenti, dando spazio a alle risorse umane presenti nel territorio, organizzando concerti gratis, ma sempre con una rivendicazione politica di base. Ogni forma di aggregazione pura, che diffonda cultura e che non sia a scopo di lucro, deve avere come principale obiettivo quello di denunciare o proporre e sensibilizzare. La piazza sarà il centro principale delle attività di partecipazione ed aggregazione.

Seguono interventi su alcuni dei grandi temi che ci proponiamo di affrontare:

Gli ultimi tre anni a partire dal 2008 hanno visto il susseguirsi di accadimenti economico-politici determinanti per la formazione attuale del sistema economico politico dell’Italia, della Campania e di Pozzuoli.
Nell’ottica attuale è necessario che la nostra associazione abbia le idee chiare e mantenga posizioni precise ed unitarie circa le politiche economiche e sociali da sostenere.

  • Economia
La situazione economica attuale.
Il modello economico che ha preso forma in Europa prima e poi in Italia, in Campania ed a Pozzuoli è un modello frutto della grande crisi finanziaria che ha investito il mondo.
Viviamo oggi in un mondo governato in tutto e per tutto dalle banche, dalle grandi lobby economiche e dalle agenzie di rating.
La cause, gli attori, e le principali conseguenze della crisi sono piuttosto chiare ed è nostro compito definirle e spiegare la nostra idea e posizione in tal senso.
Le cause possono essere rintracciabili nel debito pubblico al limite della sopportazione, il Pil in difficoltà di crescita e da pochi mesi c’è stato un declassamento da parte delle agenzie di rating dell’Italia.
Di conseguenza le banche italiane avranno più difficoltà a trovare liquidità e d avranno un valore di portafoglio senza dubbio inferiore avendo nello stesso titoli pubblici che perdono di valore.
Ciò significa per i cittadini comuni difficoltà enormi a ricevere prestiti o mutui (per esempio) e quindi meno prospettive di vita future.
Le Regioni come la nostra, i Comuni come quello puteolano, e le Province avranno grossi limiti di accesso al mercato del debito e sarà più costoso onorare le scadenze presenti e venture.

La nostra idea di economia.
In questa panoramica generale è chiaro che l'Italia intera e nella fattispecie la regione Campania ed la città di Pozzuoli necessitino di un grosso sforzo da parte di tutti per fronteggiare questa drammatica situazione economica.
Lecito è chiedersi che ruolo debbano ricoprire le istituzioni e che politiche usare.
La nostra idea è quella di uno Stato che deve cambiare radicalmente la natura del suo intervento in economia.
Innanzitutto deve rompere il legame con quelle aziende parassitarie, che non investono, che vivono di agevolazioni, concessioni, svendite, che sono improduttive e speculatrici, che lucrano con l’economia illegale e sommersa e che derubano la nazione con l’evasione fiscale.
Lo Stato deve svolgere un ruolo di garante contro l’evasione fiscale portando avanti una battaglia su uno di quei temi che rappresenta una piaga della nostra economia.
Pensiamo sia necessario tassare le rendite finanziare, le grandi eredità e i beni di lusso in modo proporzionale al loro valore di mercato nella logica del bene della collettività.
Ulteriore strumento di reperimento di risorse può essere trovato nella riduzione delle spese militari che reputiamo eccessive, superflue e per certi versi anticostituzionali dal momento in cui la nostra Costituzione dice che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ( Art.11 ).
Attraverso queste azioni si potrebbero cosi avere delle risorse utili per intervenire in difesa dei beni comuni impedendo che vengano privatizzati come insegna la lezione data dal popolo italiano a tutti i liberisti con il referendum su servizi pubblici locali e sull’acqua.
Lo Stato deve sostenere le piccole e medie imprese che producono e danno lavoro “legale”, deve investire in conoscenza e saperi, deve staccare il legame con quel capitalismo malato che spesso ha usato fondi statali per speculazioni dannose per il paese.
Per l’economia puteolana pensiamo sia congruo rivitalizzare il territorio con investimenti di riqualificazione delle periferie come Monterusciello per esempio, sostenere il piccolo artigianato locale e il settore della pesca garantendo loro strutture adeguate per le loro attività lavorative, tipiche della nostra città.
Pensiamo sia doveroso monitorare e controllare il piano lobbistico di riqualificazione della costa puteolana ex Sofer meglio conosciuto come “ Progetto Waterfront “.


  • Lavoro
La centralità del tema Lavoro nella nostra associazione è il punto fondamentale.
"Noi Re(si)stiamo Qui" si schiera senza alcun tipo di fraintendimento dalla parte ed a difesa di tutti quei lavoratori dipendenti e non dipendenti che vivono in una situazione di drammatica precarietà.
Per precarietà intendiamo la situazione d’incertezza permanente di prospettiva di vita futura in cui la stragrande maggioranza dei giovani e meno giovani, di Pozzuoli e dell’intero paese, versa.
I contratti di lavoro attualmente vigenti vanno quantomeno rivisti, se non del tutto aboliti e rifondati.
Sosteniamo il superamento della Legge 30 che mortifica il lavoratore dipendente sfruttandolo e annullandone di fatto i diritti principali dello Statuto dei Lavoratori.
Crediamo sia necessario battersi per il ripristino nella sua integrità della Legge 81/08 ( T.U. Sicurezza sul Lavoro ) per fermare lo stillicidio delle morti e degli infortuni sul lavoro.
Confermiamo dichiaratamente il sostegno al più grande sindacato italiano per numero di iscritti, la CGIL, condividendone le scelte programmatiche e le lotte cosi come la tradizione e la storia della sinistra italiana insegna.
Quindi di riflesso pensiamo sia doveroso opporsi a quello che comunemente viene chiamato “ Modello Marchionne “ che di fatto ha allontanato la FIOM e la CGIL dalle fabbriche Fiat perché non si sono piegati a quei ricatti che il Management ha imposto ai lavoratori, toccando quelli che sono capisaldi dello Statuto quali il diritto di sciopero, le pause, i turni, il salario.
Ci batteremo affinchè questo modello non sia esportabile a tutte le altre categorie del lavoro e difenderemo il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.
La nuova classe operaia che oggi sosteniamo è la massa di lavoratori atipici con contratti precari in tutti i settori dell’economia :dai saperi alle pmi, alle grandi aziende, agli artigiani ai nuovi precari, agli operatori call center, al “popolo delle partite iva” che spesso sono dei falsi autonomi ma sono nuove tipologie di sfruttati.

Combattere il lavoro nero: una necessità per il nostro territorio
Il fenomeno dello sfruttamento del lavoro nero è una triste piaga sociale che investe profondamente la realtà economica e sociale dell’intero mezzogiorno, nonché del nostro territorio flegreo. La situazione di irregolarità in cui operano molte imprese rappresenta una risposta deviata alle difficoltà di mercato. Infatti, tale fenomeno va continuamente alimentandosi in questo particolare periodo di congiuntura economica: la crisi che stiamo attraversando non fa altro che “immergere” i lavoratori nell’abisso del lavoro nero, i quali pur di sfamare le proprie famiglie accettano condizioni di lavoro paragonabili allo sfruttamento, senza la ben che minima tutela da parte delle istituzioni. Dall’altra parte della barricata, contrapposti ai lavoratori, troviamo la classe degli imprenditori che, per attenuare in parte gli effetti negativi dovuti alla crisi, agiscono in via preliminare per ridurre il costo del lavoro approfittando della crescente offerta di manodopera: riducendo i salari, licenziando i dipendenti regolari assumendoli poi a nero.
Lo scontro tra i diritti fondamentali dei lavoratori (che interessano l’intera collettività) e le necessità contingenti dell’imprenditoria (che investono solo una parte minima della popolazione) è condotto ad armi impari: i diritti dei lavoratori, pur sanciti inderogabilmente dalla Costituzione, oggi sono poco tutelati dalle attività degli organismi sindacali e di categoria. D’altronde, siccome spetta al lavoratore a nero denunciare ai sindacati la condizione di illegalità in cui versa, appare isolata, deleteria e controproducente l’azione del singolo individuo. Dunque il sindacato non risulta essere parte attiva a sostegno dell’emersione del lavoro irregolare.
Di contro, la classe degli imprenditori, che vivono in una parvenza di legalità, hanno sempre la loro voce in capitolo al tavolo della concertazione (attraverso le varie confederazioni degli esercenti e degli industriali che li rappresentano) a tutela dei propri interessi economici.

In questa “battaglia” impari tra imprenditori e lavoratori, la nostra associazione, oltre a porsi a sostegno di questi ultimi, si chiede quale sia il compito, il dovere e le responsabilità di un’amministrazione pubblica per arginare questo fenomeno.
Qual è il ruolo di un Ente locale (quale è il Comune di Pozzuoli) nell’attivazione di strategie per l’emersione del lavoro sommerso, e in particolare, che attenzione dimostrano gli amministratori locali rispetto al lavoro irregolare?
La sicurezza dei cittadini e dei territori e il contrasto alla cultura dell’illegalità diffusa non sono solo obiettivi politici per qualsiasi amministrazione centrale o territoriale che sia, ma sono anche prerequisiti fondamentali per quella “sicurezza dello sviluppo” che è fattore chiave per la crescita del paese e per la qualità della vita dei suoi cittadini.
Noi riteniamo che la Pubblica Amministrazione giochi un ruolo chiave nel garantire il diritto alla sicurezza dei lavoratori e per la costruzione delle politiche a sostegno dell’economia, specialmente nel Mezzogiorno.
Le nostre proposte in concreto sono:
Un osservatorio permanente sul lavoro nero; nuove regole per la concessione di suolo pubblico; istituzione di Indici di Congruità (Indici di Base: FATTURATO COSTO DEL LAVORO, N. ORE di LAVORO VALORE DELLA PRODUZIONE ); canoni agevolati per l’assunzione di dipendenti; trasparenza nell’assegnazione di appalti pubblici.


  • Cultura
La cultura è un diritto. Diritto che le istituzioni hanno il dovere di garantire, per il benessere e la crescita economica e morale della società e dell’individuo. È un diritto sancito dal trattato di Lisbona del 2009, dove è stato deciso di destinare il 3% del PIL di uno Stato alla ricerca e allo sviluppo. Inoltre è un diritto sancito anche dalla nostra Costituzione, come dichiarato dall’articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione.” Ed è proprio da questo articolo che la città di Pozzuoli dovrebbe prendere esempio per il suo sviluppo economico culturale.
In una città come Pozzuoli sarebbe abbastanza facile promuovere la cultura attraverso il suo patrimonio storico artistico; ci sono gli strumenti, ci sono le strutture, ci sono gli spazi. Possediamo già una biblioteca, possediamo l’archeologia, possediamo la storia; ma i cittadini non lo sanno o non se ne accorgono. Dobbiamo promuovere realtà già esistenti e troppo spesso abbandonate. È da stupidi non vedere, non capire le potenzialità del Rione Terra, dell’Anfiteatro Flavio, e di tutte le strutture archeologiche che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità. Se questo non bastasse, abbiamo a disposizione un territorio geologico unico nel suo genere: la Solfatara. Pozzuoli potrebbe essere il centro di molti studi storici, archeologici, geologici. Attirare così studiosi importanti, ma non solo. Tramite le bellezze e le attrattive del nostro territorio, sfruttate adeguatamente, si potrebbero attirare molti turisti, interessati alle nostre potenzialità culturali, e non solo ai traghetti per raggiungere le isole.
Tutto ciò potrebbe essere raggiungibile con lo sviluppo culturale della cittadinanza. Bisogna creare una popolazione attenta al patrimonio culturale della propria città, una popolazione che sappia di quali possibilità dispone. Invece la maggior parte dei cittadini puteolani non ha mai visto il Rione Terra, anzi non ha mai avuto la possibilità di visitare il Rione Terra, dato che è chiuso da anni.
Investire in cultura non significa solo creare persone istruite e basta. Significa creare persone istruite che possono utilizzare la propria istruzione a favore della città e dei cittadini. La base per una società veramente moderna e competitiva è la cultura. Per questo la cultura deve essere alla portata di tutta la cittadinanza. Tutti noi nasciamo privi di ogni qualsivoglia forma di sapere, è l’istruzione che ci rende migliori, che ci fa crescere. La cultura è il miglior metodo che la società possiede per migliorare la sua condizione economica e morale. Per questo vogliamo una cultura facile. Di facile accesso. Di facile distribuzione. Vogliamo una cultura che sia alla portata di tutti i cittadini. Vogliamo una cultura che non sia solo ed esclusivamente scolastica. Bisogna incentivare l’accesso a musei, teatri, cinema, concerti. Creare spazi sociali e culturali stabili e con le radici nel territorio.
Per incentivare la cultura soprattutto tra i giovani si può istituire la “carta giovani”. Per garantire l’effettiva funzionalità di un simile progetto è necessario l’appoggio delle istituzioni, in modo da dare maggiore serietà e precisione nell’attuazione di esso, con l’informazione e la diffusione della carta attraverso sportelli appositi gestiti dalla Pubblica Amministrazione (presso scuole, municipio, e altre sedi della P.A.). Non prevediamo la necessità di aiuti economici rivolti agli esercizi commerciali che decideranno di aderire, infatti essi saranno premiati da una notevole pubblicità indiretta ed un conseguente aumento della clientela. La carta giovani è già una realtà in altri territori e con buon risultato.
Vogliamo incrementare la diffusione della cultura, rendendola fruibile al più alto numero possibile di cittadini; tenendo particolarmente conto delle fasce più povere. Inoltre, una cultura veramente radicata nella popolazione è la base principale per la lotta alla criminalità, perché la cultura apre le porte a possibilità maggiori, che non entrare nella illegalità. Una società istruita porta lavori specializzati, quindi qualità, quindi ricchezza, quindi benessere non solo materiale. Si immagini il Rione Terra aperto e organizzato con guide, mostre ed eventi, collegati ad altri organizzati ad esempio nell’Anfiteatro Flavio, o nella biblioteca. Si creerebbe un circolo virtuoso economico-culturale. Crediamo in una società dove non bisogna essere obbligatoriamente ricchi per accedere all’istruzione, dove ogni cittadino deve avere la possibilità di istruirsi, ed appagare le proprie curiosità. Dove non esiste il povero ignorante e il ricco istruito. La cultura è quello che ci rende essere umani, è quello che ci differenzia dagli animali, e dai criminali. La nostra cultura è ciò che ci rende migliori, è ciò che ci rende puteolani.

  • Ambiente

L'associazione politica riconosce nell'ambientalismo scientifico un elemento essenziale del proprio agire politico, distaccandosi dalle posizione utopistiche che ne hanno influenzato alcune correnti di pensiero. L’ambientalismo è un pensiero politico a forte impronta scientifica, le cui basi poggiano sui nuovi paradigmi scientifici relativi all’interazione tra uomo e ambiente sostenuti dalla biologia e dall’ecologia nel corso dell’Ottocento e del Novecento, a partire dalla definizione del ruolo dell’ambiente nella teoria darwiniana dell’evoluzione. In ecologia l' “ambiente” è definito come l'insieme degli elementi che influenzano la vita di un organismo. L'ambiente visto come stimolo e non come limite può essere il traino per superare la crisi economica e sociale che ha colpito il paese. Abbandonare l'attuale e inadeguato modello economico preferendo la valorizzazione della biodiversità e delle attività tradizionali, puntando sullo sviluppo di un'economia alternativa basata sulla sostenibilità ambientale, su un turismo destagionalizzato fondato sulla valorizzazione del potenziale storico e naturalistico dei Campi Flegrei. A tale scopo si indica quale interlocutore di rilievo il Parco Regionale dei Campi Flegrei.

La naturalità dei luoghi di Pozzuoli e dei Campi Flegrei è stata intaccata da politiche speculative e corrotte, danneggiando definitivamente il territorio e il suo ecosistema. In virtù della preservazione, della valorizzazione e della promozione del territorio l'associazione politica si pone contro la cementificazione selvaggia, l' abusivismo edilizio, la creazione di discariche e qualsiasi uso sconsiderato del suolo, considerando quest'ultimo un bene comune da preservare.
La ricchezza di habitat sul territorio di Pozzuoli ha determinato una grande ricchezza di biodiversità, quest'ultima indice e causa di benessere per l'uomo. Attività economiche quali pesca ed agricoltura sono state privilegiate da un mare ricco e da un suolo fertile, ottenendo riconoscimenti internazionali. È obbiettivo dell'associazione Politica promuovere la conservazione della biodiversità locale, selvatica e domestica, anche appoggiando attività scientifiche e divulgative sul tema.

Un ecosistema marino sano, per una città marinara come Pozzuoli, è la premessa per una florida attività economica e per una buona qualità della vita. L'associazione ritiene necessario combattere l'inquinamento marino, responsabile della non balneabilità di più della metà delle coste puteolane, puntando sull'eliminazione delle condotte fognarie abusive, sulla totale riqualificazione del sistema idraulico cittadino, e dell'Impianto di depurazione di Cuma.

Secondo la Commissione Europea, l'inquinamento dell'aria dovuto all'uso di automobili causa circa 15 morti ogni 10.000 abitanti all'anno. La nostra associazione politica promuove qualsiasi iniziativa atta al miglioramento della qualità dell'aria, in special modo il miglioramento del servizio di trasporto pubblico e la costituzione di aree pedonali.

  • Trasporto pubblico
Riteniamo di fondamentale importanza il diritto alla mobilità, essendo questo strettamente connesso al diritto al lavoro, allo studio e alla cultura. Una mobilità controllata dal pubblico. Siamo dell'idea che ogni cittadino debba avere le stesse possibilità di realizzarsi, e per questo crediamo che tutti debbano avere gli stessi strumenti per raggiungere i propri scopi, che molto spesso prevedono l'utilizzo dei trasporti pubblici. Siamo inoltre a favore dell'uguaglianza sociale anche nel campo della mobilità, e perciò ipotizziamo una differenziazione del costo sostenuto dal cittadino per l'utilizzo dei servizi di trasporto pubblico in base alle proprie risorse economiche, di modo che anche le classi più svantaggiate quali studenti, portatori di handicap ed anziani abbiano i medesimi mezzi e la medesima assistenza per la creazione del proprio futuro e il miglioramento delle proprie realtà. Non tralasciamo infine i benefici che possa avere un largo utilizzo dei servizi di trasporto pubblico per l'ambiente e per la società tutta, che potrebbe usufruire, in seguito alle dovute migliorie ai diversi mezzi ormai obsoleti e al personale adeguato al bacino di utenti, essere sentito realmente come un bene comune.