martedì 2 aprile 2013

Una proposta di legge contro i parcheggiatori abusivi

Dobbiamo salvare la nostra città dalle mani dei parcheggiatori abusivi, che attanagliano Pozzuoli da troppo tempo. I parcheggiatori abusivi non solo sono una piaga della società ma portano anche un ingente danno economico.

E' per questo che condividiamo pienamente la proposta del giovane attivista puteolano Alessio Gambardella, per contrastare i parcheggiatori abusivi. Siamo consapevoli che la legislazione in materia sia carente e di quanto siano elevati i costi per avere una vigilanza h24. È per questo che anche noi sosteniamo la proposta di un disegno di legge di iniziativa popolare con il quale chiedere l'estensione del reato di estorsione (punito con la reclusione) anche a chi svolge l'attività di parcheggiatore abusivo. Nell'attesa di verificare la risposta del nostro sindaco, ci mobiliteremo in questi giorni per raccogliere i moduli e avviare questa campagna partendo dal nostro territorio. Rinnoviamo il pieno appoggio alla proposta di Alessio, che ancora una volta ci conferma che la città di Pozzuoli è piena di ottime proposte ed idee concrete.

Ecco la proposta, sotto forma di lettera, inviata al sindaco:
      “Mi permetto di avanzare un'ipotesi che da tempo sostengo riguardo la risoluzione, o quanto meno il contrasto, del fenomeno degli abusivi. Un fenomeno che storicamente rappresenta una piaga per Napoli e la sua provincia, ma che a Pozzuoli negli ultimi cinque anni circa si è diffuso talmente da rendere la città invivibile e ormai sotto il controllo di questi soggetti. Sappiamo bene che il problema è a monte: non c'è legge che possa sbattere in carcere tali soggetti, i quali vengono semplicemente fermati, identificati, rilasciati e puniti con sanzione pecuniaria mai pagata perchè nullatenenti. Un'assenza di idonei strumenti giuridici che spesso demotiva e scoraggia gli interventi dei vigili urbani e delle forze dell'ordine. Leggendo le ultime parole del sindaco, che vanno proprio in tal senso, chiedo allo stesso di farsi promotore nazionale di questa battaglia. In che modo? attraverso l'attivazione di un disegno di legge di iniziativa popolare (art. 71 Cost.) con il quale chiedere l'estensione del reato di estorsione (punito con la reclusione) anche a chi svolge l'attività di parcheggiatore abusivo. Il disegno di legge di iniziativa popolare prevede la sottoscrizione della proposta da almeno 50.000 cittadini. O ancora di rivolgersi, in qualità di Sindaco, al Consiglio Regionale affinchè sia esso a portare la questione in Parlamento, essendo anche esso un organo dotato di iniziativa legislativa così come previsto dalla nostra Costituzione. 
Alessio Gambardella”.

3 commenti:

  1. Se un sistema più esteso di sorveglianza e l'impiego di personale costano, figuriamoci le spese che sostiene lo stato per ogni recluso (che ammontano all'incirca a 100€ al giorno per detenuto). Questa situazione è di difficile attuazione proprio a causa di questo problema economico (senza considerare che le carceri sono già strapiene, e dentro ci sta meglio un assassino che un parcheggiatore a mio avviso, sul piano della sicurezza pubblica). Tuttavia inasprendo questo reato, se le cose dovessero funzionare come si deve (ovvero che ogni parcheggiatore verrà sbattuto immediatamente in carcere e trattenuto almeno qualche mese), probabilmente si potrebbe ottenere un progressivo miglioramento, ma è tutto da vedere...

    RispondiElimina
  2. Lo si può combattere con un solo provvedimento: lavoro per tutti, solo con questo si può combattere il fenomeno delinquenziale, perché provateci voi a mandare avanti una famiglia senza avere un reddito.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma veramente credi che se avessero la possibilità di guadagnare faticando, lavorare, sgobbare, lo farebbero. Io ti dico solo na cosa conosco gente che ha un posto fisso (anzi devo dire un guadagno fisso), ma che non fa un cacchio. Questi vogliono solo I SOLDI FACILI DA GUADAGNARE. E' NA MALATTIA...UN CANCRO ...... GUADAGNARE SENZA FATICARE....

      Elimina

Chiunque può commentare, esprimere la propria opinione, il proprio apprezzamento o disaccordo. Nessuno, però, può offendere.